MuseumVilla Romana delle Grotte
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Ciao, ti piace il panorama che si vede da qui? Io ogni tanto ci torno per guardare Portoferraio dall’alto… che poi ai miei tempi, mica si chiamava Portoferraio! Si chiamava Fabricia. Già, ma se non ti dico chi sono e quali erano i miei tempi, tu non capirai mai! Mi chiamo Caio Mario, ho più o meno la tua età… più 2000 anni! Già perché io vivevo in questa villa, quando ci abitava il condottiero e senatore dell’antica Roma Marco Valerio Messalla. Scommetto che ti stai chiedendo dov’è la villa! Ovviamente, in duemila anni è andata distrutta, ma se osservi bene puoi vederne i resti, proprio sotto i tuoi piedi. Era grandissima e molto bella. Qui sul promontorio c’erano le abitazioni padronali, una piscina circondata da un porticato, tre giardini, un chiostro con le pareti tutte affrescate e una zona termale. Più in basso si trovava la fattoria con una grande cantina dove si conservavano le derrate alimentari destinate alla villa e dove si faceva il vino. Era un vino buonissimo, sai? Lo so perché lo faceva mio padre. Era così famoso che il nostro padrone gli diede il permesso di mettere un bollo sulle anfore e sui dolia, i giganteschi contenitori di vino in terracotta, per testimoniare che quel vino era di sua produzione! E lui ci scrisse “Hermia, schiavo di Marco Valerio Messalla” e ci mise anche il disegno di un delfino. Il delfino lo mise per me, perché sapeva che era un animale che amavo. Nella mia terra di origine, quella che oggi si chiama Turchia, c’era anche una leggenda che raccontava di un bambino che era annegato per seguire in fondo al mare il suo amico delfino e questo, dal dispiacere, si era lasciato morire sulla spiaggia! Ma io sono mooooolto più furbo di quel bambino! Non mi tuffo mica nel profondo come lui. Io nuoto in superficie! Nella villa si facevano sempre feste e banchetti con gente importante di passaggio all’Elba, gente che poi tornava a Roma. Per questo si seppe in giro che il vino di mio padre era tanto buono! Pensa che una volta venne ospite di Cotta Massimo, il figlio del mio padrone, perfino il poeta Ovidio. Aveva scritto un’opera straordinaria che si chiamava “Metamorfosi” che raccoglieva storie fantastiche. Quando lui veniva a cena e le recitava, io mi nascondevo dietro le colonne per ascoltare! È un vero peccato che la villa sia andata distrutta, perché era bellissima, con mosaici, pitture, bassorilievi… Ce n’era uno in particolare che mi piaceva un sacco. Rappresentava Psiche.
Tu sai chi è Psiche, vero? … Non lo saaaaaai? La storia di Psiche è avventurosissima! Allora, ascolta, cerco di raccontartela in breve.Psiche era una fanciulla mortale talmente bella, che a un certo punto Venere, che era la dea della bellezza, ne diventò gelosissima e mandò suo figlio Eros, a lanciarle una freccia per farla innamorare dell’uomo più brutto del mondo. Ma Eros, quella volta fu un po’ imbranato perché sbagliò il tiro e la freccia finì sul suo piede! Così fu lui a innamorarsi di lei!! Nonostante la sua bellezza, Psiche era molto triste perché nessun uomo, aveva il coraggio di chiedere la sua mano. Così il padre chiese all’oracolo del dio Apollo nozze e marito per sua figlia.
Apollo gli ordinò di portare la fanciulla in cima ad una rupe dove avrebbe incontrato il marito che però avrebbe avuto il volto coperto. Ovviamente era Eros, d’accordo con Apollo! Durante lo sposalizio, Psiche si punse inavvertitamente un dito con una freccia d’amore di Eros che la fece innamorare a sua volta anche senza conoscere il viso del suo sposo.
Le sorelle di Psiche, invidiose del suo amore, le dicevano: “Tuo marito vuole incontrarti solo al buio! E se per caso fosse un mostro? Devi assolutamente scoprire com’è!”
Così, una notte, mentre lui dormiva, lei accese una lampada per guardarlo. Era bellissimo! Ma una goccia di cera lo svegliò e Eros fuggì. Già, perché un dio non poteva avere una moglie mortale!
Psiche, disperata, andò da Venere, implorandola di farle ritrovare il suo innamorato.
Ma la dea era una tosta e le disse che se voleva ricongiungersi col suo amato doveva superare delle prove.
La prima era praticamente impossibile perché doveva separare in una notte un enorme mucchio di granaglie diverse. Ma, miracolosamente, arrivò un esercito di formiche che provarono pena per lei e la aiutarono.
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- Località Schiopparello, Villa Damiani, San Giovanni, Portoferraio, Livorno, Toscane, 57037, Italië
- www.museiarcipelago.it
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